Recensione Film: Anija – La Nave
Roland Sejko realizza un film documentario sul copioso esodo albanese verso l’Italia cominciato agli inizi degli anni ’90. Un dramma storico, politico e umano che ha coinvolto innumerevoli vite, nel bene e nel male, sollevando dibattiti morali sulla giustezza dell’accoglienza dello straniero, al di la delle circostanze. Girato interamente in Italia, questo lavoro promette molto bene e ha già avuto il benestare di molti critici.
Cominciò tutto nel 1991, a marzo. Alcune navi, cariche fino all’inverosimile di persone, apparvero in prossimità della costa adriatica Italiana. Tutto la capitaneria di porto poteva pensare, meno che quel caso, apparentemente isolato, sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di avvistamenti di tentativi di sbarchi clandestini che, oggi, prendono il nome di “esodo albanese”. Ma chi erano e chi sono questi disperati viaggiatori che tanto strenuamente cercano di raggiungere l’Italia? Si tratta per lo più di persone oppresse dal regime del loro paese d’origine, in cui si può morire nel tentativo di sfamare se stessi e i propri cari.
E cosa si può fare quando si viene abbandonati dal proprio stato? Bè … si migra. Queste persone le quali, per decenni, abbiamo identificato con l’offensivo appellativo di “immigrati clandestini”, spesso sono medici, ingegneri, artigiani, onesti lavoratori che decidono a malincuore di intraprendere un viaggio di speranza verso il paese che, in quegli anni, i media hanno sempre dipinto come la mecca del benessere e della ricchezza.
Si tratta di gente costretta ad elemosinare un futuro, disposta a pagare enormi quantità di denaro pur di fuggire da una terra natia che la sta uccidendo e questo documentario esamina i fatti avvenuti in questo ultimo quarto di secolo anche e soprattutto dal loro punto di vista, dell’epoca e di oggi.
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