Le regole del decreto sul lavoro, a quali condizioni, a quale prezzo
Analizziamo nel dettaglio il decreto legge presentato ieri dal Governo in merito agli incentivi per il lavoro giovanile, in modo tale da fare piazza pulita dalle considerazioni politiche e andare direttamente alla sostanza del provvedimento. Stando alle precisazioni fornite dal Consiglio dei Ministri, per poter accedere al circuito economico attivato, occorre avere almeno una delle tre condizioni poste dal decreto, ovvero, oltre ad avere un’etĂ compresa tra i 18 e i 29 anni occorre essere
- privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
- privi di un diploma di scuola media superiore o professionale;
- lavoratori che vivono da soli con una o piĂą persone a carico.
L’incentivo per il datore di lavoro è pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali complessiva per un periodo di 18 mesi e non può superare i 650 euro per lavoratore. Se, invece, il datore di lavoro trasforma un contratto in essere da determinato a “indeterminato” il periodo di incentivazione è di 12 mesi. Alla trasformazione deve comunque corrispondere un’ulteriore assunzione di lavoratore.
I contratti di apprendistato dovranno essere regolamentati dalle singole regioni in modo tale da avere una norma unica ed omogenea su tutto il territorio nazionale entro il 30 settembre 2013, mentre per PMI e  le micro-imprese ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2015, in particolar modo per gli apprendistati professionalizzanti a cui il governo destina 2 milioni di euro.
Per i tirocini formativi, altri 2 milioni di euro annui fino al 31 dicembre 2015, più un fondo di 15 milioni di euro per gli studenti lavoratori iscritti ai corsi di laurea 2013-2014. Con particolare attenzione ai giovani disoccupati del Mezzogiorno, sono stati sbloccati 80 milioni di euro per autoimpiego e autoimprenditorialità , altri 80 milioni di euro per progetti di valorizzazione dei beni pubblici e per l’inclusione sociale.
Per quella fetta di popolazione inattiva, ovvero che non studia, non lavora e non è in cerca di nuova occupazione sono stanziati 168 milioni di euro, borse di tirocinio formativo per giovani disoccupati, che non studiano, che non partecipano ad alcuna attività di formazione.
Per ridurre la povertà e per sostenere le famiglie del Mezzogiorno in difficoltà , viene avviato il programma “Promozione dell’inclusione sociale, finanziato con 167 milioni di euro. Viene poi tagliata una parte della legge Fornero sui contratti a termine e di somministrazione (come l’abrogazione del divieto di proroga del contratto “acausale”), contratti di lavoro intermittente, lavoro a progetto e lavoro accessorio ma per questo aspetto, il decreto potrebbe uscire modificato da qui ai 60 giorni necessari alla ratifica parlamentare ed eventuali aggiustamenti.
Sul campo delle tutele lavorative si estende anche  ai co.co.pro. le norme contro le cosiddette “dimissioni in bianco” monitoraggio dei contratti aziendali con deposito obbligatorio presso le direzioni territoriali del lavoro; comunicazioni obbligatorie relative all’assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei contratti valgono a tutti gli effetti.
A questa va inoltre legata una riprogrammazione dei fondi strutturali 2007-2013 che si baserà su quattro linee guida, incentivazione della creazione di lavoro a tempo indeterminato (500 milioni di euro); incentivazione dell’autoimprenditorialità e dell’impresa sociale (250 milioni); avvicinamento dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) al lavoro attraverso tirocini (150 milioni);  contrasto alla povertà estrema (circa 170 milioni)
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