Riscoperta la cura Di Bella. Durante le ferie degli italiani.

Era il 1998 e mentre ancora Internet non era così diffuso e l’Italia calcistica meditava la vendetta per la finale del mondiale del 1994 salì alla ribalta un anziano professore in grado di curare alcune forme di tumore tramite una cura differente dalla chemioterapia tramite la somministrazione di somatostatina. Ci vollero cinque ore e mezza di lavori ininterrotti con il ministro della Sanità Rosy Bindi e lo stesso professor Di Bella per arrivare ad annuncio considerato epocale: la “MDB” sarà sperimentata nei sette Istituti Nazionali di Ricerca, Ricovero e Cura esistenti in Italia, che verranno supportati da un Centro apposito per ogni regione. La sperimentazione riguarderà in complesso 2.600 pazienti, 600 dei quali sotto stretta osservazione. Per ora sono stati definiti nove diversi protocolli: per i tumori ematologici, per quelli mammari, per quelli dell’apparato digestivo, per il tumore polmonare e per alcuni tipi di tuomore cerebrale.

Il nostro scopo non è quello di addentrarci nel merito della discussione scientifica, a cui comunque vi rinviamo per potervi mettere a disposizione uno strumento per conoscere, ampliare, migliorare ed eventualmente attuare le intuizioni del Metodo Di Bella ma aprire una discussione che ci abitui a diffidare dalle soluzioni pre-confezionate e a conoscere meglio alcune storie spesso soffocate da tante banalità.

Nel 1999 le sperimentazioni eseguite in Lombardia, Sicilia, Sardegna, Toscana, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia e Campania furono considerate dal Ministero della Sanità sostanzialmente inutili.

Per dare ulteriore forza alle conclusioni, fu presentata una corposa documentazione scientifica presentata al British Medical Journal e una stroncatura definitiva arriva nel 2005 quando il ministro della sanità Storace, di fronte a nuove richieste per la sperimentazione di una cura affermò categoricamente:

Il gruppo di lavoro del consiglio superiore di sanità ritiene di non avere elementi che dimostrino l’efficacia della multiterapia Di Bella e pertanto ne sconsiglia una nuova sperimentazione clinica ministeriale; questa potrebbe essere non solo inefficace ma anche nociva per i pazienti negando a essi (o procrastinando) l’accesso a farmaci anti-neoplastici di dimostrata efficacia