Dopo tante accuse, parla Marchionne
Manterrò FIAT in Italia con i soldi provenienti dall’estero. E’ questa la promessa dell’ad di FIAT Sergio Marchionne, richiamato da tutto il mondo produttivo italiano fino ai ministri del governo Monti, tutti in attesa di un chiarimento da parte del fautore del nuovo corso della casa del Lingotto.
Sta succedendo esattamente quello che avevamo detto alla Consob un anno fa. Ho dovuto ripeterlo perché attorno a Fabbrica Italia si stava montando una panna del tutto impropria, utilizzando il nome della Fiat per ragioni solo politiche: a destra e a sinistra, perché noi siamo comunque l’unica realtà industriale che può dare un senso allo sviluppo per questo Paese. Capisco tutto, ma quando vedo che veniamo usati come parafulmine, non ci sto, e preferisco dire la verità .
Vediamo di che si tratta.
Al momento FIAT ha investito un miliardo per la Maserati rilevando e rimettendo in moto la Bertone, fabbrica che dal 2006 non produceva più auto. Al momento il ramo produttivo attivo è quello americano e dei paesi non UE, spinto dalla ripresa di Chrysler che permette di contenere i 700 milioni di euro di perdite in Europa. In Italia non conviene per ora investire perché con la crisi che c’è sarebbe come sparare sull’acqua.
Un Marchionne furioso che difende la FIAT partendo all’attacco, ricordando come il mercato produttivo italiano è scivolato a quello degli anni 60 e l’unico modo per evitare di perdere un’azienda in ripresa è quella di investire, ma al momento giusto. Ecco la sua risposta a Diego della Valle:
Tutti parlano a cento all’ora, perché la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità e alto prezzo che compravo anch’io fino a qualche tempo fa: adesso non più. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d’automobile improvvisati. Ma significherebbe starnazzare nel pollaio più provinciale che c’è, davanti ad una crisi che ci sfida tutti a livello mondiale. Finché attaccano me, comunque, nessun problema. Ma lascino stare la Fiat, per rispetto e per favore
Ancora più netta la presa di posizione nei confronti di chi lo accusa di abbandonare il mercato italiano. Nell’intervista concessa oggi, Marchionne specifica come quando spiego ai soci di Detroit la situazione italiana, loro fanno due conti e mi dicono cosa farebbero: chiusura di due stabilimenti per togliere sovracapacità dal sistema europeo. I conti li so fare anch’io. Se mi comporto diversamente, ci sarà una ragione.
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