Nuovi sbarchi a Lampedusa e nuova tragedia in mare, mentre l'Europa cambia aspetto
Riparte la stagione degli sbarchi di disperati sulle coste europee, più precisamente, sulle coste dell’isola di Lampedusa, abbandonata al suo destino dopo la fase più intensa della guerra in Libia e dimenticata sia dal Presidente del Consiglio Berlusconi, sia dall’Unione Europea e del nuovo governo italiano, che ha “dimenticato” il problema aperto della frontiera sud. Ecco la telefonata giunta ieri ai carabinieri.
Sono arrivati solo in 56, gli altri sono stati molto probabilmente gettati in mare. Per partire dalle coste della Libia si spendono fino a 2.000-3.000 euro, si sta in alcuni prefabbricati lungo la costa e non appena arriva l’ok da parte degli scafisti si parte per un viaggio in mare che può arrivare a durare anche 3-4 giorni. Arrivati all’altezza di Malta, gli scafisti vengono riforniti di acqua e benzina, per poter arrivare verso la Sicilia. Un’altra tratta molto praticata è quella verso Lampedusa, la parte più vicina al nord-Africa da dove poi gli immigrati vengono stipati nei Centri di Permanenza Temporanei e poi rimpatriati o inviati in altre località .
Non esiste una politica europea che regoli il flusso di immigrati nell’Unione. Si pensa di più all’andamento dei mercati e degli spread dei vari paesi e si ignora sistematicamente, la pressione di 500 milioni di persone stipate ai confini dell’Unione Europea. Da alcuni studi demografici  risulta come il trend di crescita demografica attuale, trasformerà l’Europa in un super-stato a maggioranza islamica. Una situazione che ad oggi non  è più reversibile e non è stato preso in considerazione dalle attuali istituzioni europee.
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